Cucinare. Amo sperimentare cose nuove con i prodotti della mia terra.
Raccogliere le mele e preparare lo strudel, inventare nuove combinazioni realizzando gli “svanzerotti” – con qualsiasi cosa si trovi in frigo, o in dispensa – Come dei canederli, fatti con gli avanzi: pane secco, prezzemolo, speck… Una antica ricetta che ti insegna a non sprecare mai niente. La sfida è che ogni volta riesco a ricavare un vero e proprio piatto… Da semplici avanzi a piatto di portata!
E questa filosofia la applico a tutto. Dai giocattoli fatti con scatole di latta o cartone, al recuperare vecchi oggetti e regalargli una nuova vita. La parola d’ordine è re-inventare.
Amo poi la montagna e stare all’aria aperto a prescindere dal clima. Con la bambina abbiamo un contatto quotidiano con la natura, va bene anche l’albero anche sotto casa per intenderci, ma sono molto fortunata a vivere in un ambiente montano.
Sono una persona che fa caso al cambiare delle stagioni, ai colori, ai profumi. Esco tutti i giorni con mia figlia, la metto nella fascia o nel passeggino.
Siamo ricchissimi di bellezza in Italia e quello che mi rammarica è che sia un tesoro di cui usufruiamo poco. Dovremmo farci una libreria di profumi e odori così come si fa nei corsi di avvicinamento al vino. Io riconosco addirittura l’odore della neve e sfido chiunque a dirmi che non esista.
Ma l’olfatto va allenato. Cerco di farlo fare inconsciamente anche alla mia bambina. Sicuramente il fatto che i miei genitori siano entrambi sordi mi ha portato a lavorare molto sui sensi. Ho un udito molto sviluppato. Riesco a sentire dal mio appartamento il click dell’ascensore. Ho sviluppato quello che loro non hanno – non la pazienza – gli faccio da interprete sin da quando ero molto piccola. Grazie alla lallazione, ero un pappagallo.
La svolta per la mia famiglia è stato l’avvento del cellulare per comunicare. Prima di allora per farmi autorizzare i miei dovevano mandare dei fax. Il messaggio di testo ha cambiato la nostra vita. |