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Intervista a Jolanda Restano sul suo primo romanzo: La slitta rossa

Le storie fanno parte del dna di Jolanda Restano.

Sono anni infatti che scrive, raccoglie e pubblica filastrocche e brevi racconti sul suo blog filastrocche.it  e su diverse collane ma “La Slitta Rossa”(Einaudi Ragazzi 2020) è a tutti gli effetti il suo primo romanzo.

Un libro speciale perché se scrivere è un atto d’amore questo libro è un prezioso dono.

Jolanda Restano infatti ha scelto di condividere e rendere pubblica una storia familiare.

La bambina protagonista del romanzo è Graziella, sua madre.

Jolanda Restano romanzo La slitta Rossa

Come nasce questo libro?

Sono cresciuta con questo racconto.

In età diverse e con particolari sempre più dettagliati mia madre mi ha parlato della sua personale esperienza della seconda guerra mondiale.

Degli anni in cui bambina con la sua famiglia si trasferì da Torino a Graglia, nella villa che i miei nonni avevano nel biellese, un luogo in cui io stessa ho passato la mia infanzia e in cui ancora andiamo con i miei figli.

Furono anni difficili ma il suo ricordo nonostante le ristrettezze e le tante paure è sereno.

Quello che colpisce infatti nel tuo libro è proprio la scelta del punto di vista. Hai scelto di raccontare la seconda guerra mondiale vista attraverso gli occhi di una bambina.

La grande lezione che ho imparato da mia madre è stata proprio questa capacità di detonare.

Questo non significa dimenticare dolori, lutti e sacrifici.

Ma per mia madre bambina la guerra significò lasciare Torino. Vivere nella casa delle vacanze in compagnia di cugini e amici immersa dall’affetto dei suoi cari.

Questo non ha cancellato la durezza della guerra eppure la ricontestualizza.

Fu la sua infanzia e lei ne ha un ricordo sereno. 

Le pagine in cui descrivi la maestra fascista, i rastrellamenti quotidiani in cerca di partigiani e cibo…non si edulcora nulla ma lo si fa raccontandolo da una prospettiva differente.

Era tutto strano per i bambini. Ma loro hanno un grande dono, saper normalizzare.

Si piange, ci si dispera. Ma basta un abbraccio e si va a letto contenti. 

Ma la slitta rossa che nel libro è protagonista di tante avventure è realmente esistita?

La slitta c’è e da bambina ho avuto anche io l’onore di utilizzarla…poi vi confesso sono arrivati i bob e gli snowboard ed è diventata un oggetto di design. 

Ma fu proprio la slitta di mia madre Graziella a salvare il partigiano Giovanni e lui come riconoscenza gliela fece ritrovare veramente nel giardino di casa.

Slitta rossa

C’è un’immagine che amo del libro (complimenti ad Angelo Ruta per le illustrazioni nda): mamma Jole seduta sul divano, tiene in mano un libro, tra le braccia la piccola Graziella, intorno Silvio e Riccardo. Sono convinta che la letteratura possa curare, da sempre gli uomini si siedono intorno a un focolare per ascoltare storie.

Ogni sera mia nonna Jolanda  (di cui ho ereditato il nome) leggeva una storia nell’unica stanza riscaldata.

Quella voce cancellava ogni paura e disagio.

Mia madre dice che era uno dei momenti più belli della giornata, oltre a quelli delle scorribande nell’immenso giardino. Quella voce e quell’abbraccio scaldavano.

Vicini attraverso il dono della parola. Una immagine che dovremo fare nostra.

In questo momento di confusione, di paura e ansia del futuro dovremo sempre riuscire con piccoli gesti ad amore a proteggere e ispirare i nostri bambini.

Per curarli davvero basta poco: un abbraccio. 

Jolanda Restano - La slitta rossa

La slitta rossa

di Jolanda Restano

Einaudi Ragazzi 2020

Età di lettura consigliata dai 7 anni